Sezione Romana. In fondo al pozzo

A più di cinque anni dall’apertura del Museo, sta prendendo forma un altro tassello della Sezione Romana.

Si tratta di due vetrine-installazioni nella saletta precedente a quella dedicata agli scavi di Calvatone, che illustrerà i ritrovamenti del territorio.Perché installazioni? Perché alla visibilità “scientifica” degli oggetti tipica delle vetrine espositive, sempre formale e un po’ tassonomica, si è preferita quella che evoca il contesto di ritrovamento.La prima vetrina è dedicata a un contesto tombale, San Paolo di Ripa d’Oglio (studiata da Daniela Benedetti e Stefano Nava), Sul fondo di sabbia verranno disposti i reperti secondo le indicazioni dei dati di scavo; mentre un video trasmesso da uno schermo a lato racconterà cosa i reperti abbiano permesso di comprendere del rito funebre.

La seconda vetrina propone i reperti di tre diverse fasi recuperati all’interno di un pozzo.

Al momento sono state consegnate le strutture, che devono essere completate con l’arredo e ovviamente i reperti.

Sono due installazioni che confermano l’attenzione che il Museo di Piadena dedica al racconto dell’archeologia attraverso l’evocazione soprattutto dei contesti di scavo, come già affrontato nelle sezioni precedenti: ad esempio con il pozzetto neolitico, la palafitta e le sepolture dell’Età del Rame.

La stanza verrà completata negli anni seguenti, sempre seguendo i finanziamenti dei bandi della Regione Lombardia.

Meno tre per “Dentro e fuori il labirinto”

Oggi si è praticamente concluso l’allestimento della mostra “Dentro e fuori il labirinto”, prima esposizione che occupa le sale della Sezione Romana in costruzione (i lavori dureranno un paio di anni ancora).

Si comincia a comprendere come sarà la sala grande, con le nuove vetrine che hanno cambiato il modo di esporre i reperti rispetto alle sezioni Protostorica e Preistorica – pur mantenendo le linee progettuali di base.

Vera novità sarà l’allestimento del mosaico della Domus del Labirinto, con la ricostruzione di un letto triclinare: non solo da guardare, ma anche da provare.

E sabato 14 aprile alle 16.30 inaugurazione della mostra presso il Museo Archeologico di Piadena.

Una nuova vetrina per la futura sala romana

È iniziato il conto alla rovescia per la sala Romana, o meglio, per la prima parte del suo allestimento.

È stata montata la grande vetrina a croce che si intravvedeva nella foto sul monitor di pc in un post di quasi un anno fa, ed è stata collocata al centro della sala grande al secondo piano, quella che in futuro sarà dedicata agli scavi di Calvatone.

Si conferma la linea progettuale dell’allestimento, con gli stessi materiali e colori e le stesse trasparenze, ma si modifica la forma delle vetrine in rapporto alla periodo storico.

Non solo il colore alla pareti è rosso, ma soprattutto non ci saranno più le grandi vetrine usate per le sezioni di protostoria e preistoria, che con il loro volume potrebbero disturbare la percezione della copertura e . Al centro della grande sala è collocata una grande vetrina con quattro braccia uguali che partono dalla colonna: una disposizione regolare che evoca la simmetria degli insediamenti di età romana.

La sala in autunno ospiterà una mostra, mentre l’allestimento permanente sarà completato per gradi nei prossimi anni.

Primi passi verso la Sezione Romana

Riunione operativa ieri a Cremona con i curatori della Sezione Romana: oltre al direttore Marco Baioni erano presenti anche Nicoletta Cecchini (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti E Paesaggio), Maria Teresa Grassi (Università degli Studi di Milano) e Marina Volontè (Museo Archeologico di Cremona); insieme a loro l’architetto Andrea Perin.

cremona-ottobre-2016La Sezione Romana, i cui spazi sono già stati approntati, verrà realizzata in più fasi con i finanziamenti della Regione Lombardia: per la primavera del 2017 è prevista la realizzazione di una prima parte.

Cristalli

DIstrazione

Oggi consegna e montaggio dei cristalli, e le vetrine cominciano ad cristallo1assumere l’aspetto che ci aspettavamo con il progetto: lo scheletro di metallo quasi scompare avvolto nei vetri extra-chiari e il risultato sono contenitori che, oltre che capienti e versatili, hanno un aspetto “leggero”, che lasceranno protagonisti i materiali esposti e quelli immagazzinati.

Ci vuole ancora un po’ di immaginazione, siamo in mezzo al cantiere e manca la corrente per accendere l’illuminazione interna a LED e quella ambientale. Soprattutto mancano i reperti esposti sul piano in legno naturale e mancano quelli nei ripiani sottostanti, di cui si vedranno il sagome attraverso il cristallo satinato e grazie alla leggera luce interna (per le vetrine verticali).

cristallo2cristallo3Problemi vari hanno impedito inoltre di poter chiudere le due vetrine per le sepolture dell’Età del Rame. Ci penseremo l’anno prossimo!

È arrivato un bastimento carico di…

Oggi è arrivato il primo camion di vetrine!

Non sono riuscito a seguire il trasporto compiuto con un elevatore attraverso la finestra al primo piano – ho perso il treno – e quando sono arrivato erano già collocate nelle varie sale secondo progetto.

Sono ancora scheletri di vetrine, solo la struttura metallica, ma entro venerdì saranno completate con i cristalli, i ripiani, l’impianto di illuminazione. Oggi si verificano “dal vero” gli ingombri, le dimensioni dei passaggi e gli spazi di sosta, in pratica si aggiusta quanto definito in pianta.

19 dicembre 2012 (2)La disposizione degli arredi non segue alcuno schema regolare o simmetrico, assai rassicurante sul disegno ma non sempre utile per un percorso di visita, per modellarsi secondo le esigenze e le convenienze di ognuna sala.

19 dicembre 2012 (11)Il lavoro seguente è stato di cominciare ad appendere le vetrine a muro, 19 dicembre 2012 (6)sia quelle grandi che quelle piccole, usando il laser per un corretto posizionamento in altezza; poi si è cominciato a collocare i vari ripiani.

19 dicembre 2012 (14)Domani si continua (dall’abbigliamento avrete intuito che il riscaldamento non è ancora in funzione…).

I colori del museo

Il museo è un mondo in bianco e nero o a colori?

La scelta delle tinte non è mai un’operazione scontata e neppure facile. I colori non solo incidono sulla visibilità degli oggetti e degli spazi, ma mettono anche in moto reazioni emotive. I colori insomma parlano, e vanno scelti con consapevolezza.

Per parti metalliche delle vetrine, le componenti di arredo che sono in questo momento allo stadio più avanzato di realizzazione, ci si è indirizzati verso un grigio molto chiaro che si legasse senza troppi personalismi con la sabbiatura dei cristalli: protagonisti dovranno essere i reperti che si intravvederanno nello spazio sottostante dietro la satinatura, e soprattutto gli oggetti esposti. In questo caso il dialogo sarà con il materiale del ripiano (in legno frassino, oppure rosso cupo per le raccolte storiche).

Più complessa la scelta del colore delle pareti, per le quali oggi siamo stati in museo insieme agli architetti Marianna e Aristide Manfredi che seguono la ristrutturazione architettonica dell’edificio. In foto la gamma delle tonalità da provare: ogni tinta è dedicata a spazi e funzioni precise e tiene conto del rapporto con i materiali esistenti (soffitto e serramenti in legno, pavimento).

Quali colori e quali spazi precisi? Giovedì prossimo ci sarà il sopralluogo sui campioni a parete, e allora scioglieremo gli ultimi dubbi e affineremo le tonalità.

PS Un consiglio per una gradevole e intrigante lettura sui colori? Michel Pastoureau è uno storico francese che ha dedicato molti studi alla storia del colore, tra i più gustosi Il piccolo libro dei colori, Ponte alle Grazie, Milano 2006

La vetrina – il prototipo

Mercoledì 31 ottobre sopralluogo per verificare la realizzazione dei prototipi delle due tipologie di vetrine, verticale e a muro, presso la ditta che le realizzerà (WWS Italia): prende forma lo scheletro di quella che saranno le vetrine, al momento al momento solo la struttura portante realizzata in scatolare di ferro, con i travetti semplicemente “puntati”. Si verifica la resa visiva e si mettono a punto i particolari, si affrontano le eventuali criticità.

Una volta termina, la vetrina verticale sarà composta da quattro lastre di cristallo stratificato, satinati nella fascia inferiore sotto il ripiano espositivo e in quella superiore in corrispondenza del cappello che ospita l’impianto di illuminazione.

Considerando le dimensioni ridotte degli ambienti del museo, in origine formato da case di abitazione privata, la leggerezza del cristallo concorrerà a ridurre l’impatto visivo delle vetrine.

I due lati corti costituiscono le ante per accedere all’interno del vano espositivo e in quello sottostante, destinato a deposito: la semitrasparenza del vetro satinato lascerà intravvedere al visitatore le sagome di quanto contenuto, offrendogli la suggestione degli altri reperti da esporre e caratterizzando l’immagine di ogni vetrina. Ma tutto questo ora si può solo immaginare.