Sono state posate le strutture metalliche per la costruzione delle due vetrine a terra previste nelle sale rispettivamente del Neolitico e dell’Età del Bronzo Antico. Progettate grazie al dislivello esistente tra i pavimenti dell’edificio prima del restauro, ospiteranno due evocazioni (non ricostruzioni) di contesto archeologico di ritrovamento e scavo.
Nella prima vetrina, più piccola, verrà realizzato un pozzetto contenente rifiuti, situazione frequente negli abitati, mentre la seconda ospiterà l’evocazione del fondo di uno specchio lacustre con i resti di insediamento palafitticolo, con sabbia, frammenti di ceramica e di pali: la vetrina sarà chiusa al centro i cristalli e ai due lati con assi di legno (per evocare una passerella); una leggerissima illuminazione diffusa a led aiuterà la visione.
Le due vetrine saranno calpestabili, perciò evocheranno la collocazione originaria sotto il piano di campagna, e si configurano in termini di sicurezza e visibilità come le vetrine espositive. Una serie di accorgimenti permetteranno un livello di areazione tale da evitare l’eventuale formazione di condensa.
In estate ci sarà la costruzione dei contesti, a cura di Edgar Caracristi, e poi la chiusura con i cristalli calpestabili (spessi poco meno di 30 mm). La ditta che realizza le vetrine è WWS.