Il tatto. Secondo senso al museo

Il museo, si sa, è un’esperienza (quasi) unicamente visiva: dei cinque sensi che abbiamo a disposizione per muoverci nella vita quotidiana, la vista è l’unico che possiamo usare per conoscere quanto viene esposto. Questa condizione è perfetta ad esempio per apprezzare l’arte visiva ma per comprendere i reperti archeologici, che prima di essere testimonianze del passato erano oggetti d’uso, rischia di essere una significativa limitazione cognitiva.

Non essendo possibile e opportuno far toccare al pubblico i reperti originali, tatto oknel museo di Piadena abbiamo compreso nel percorso la presenza di copie di manufatti antichi da manipolare, per permettere al visitatore la possibilità di aggiungere un’esperienza tattile a quella visiva.

Tali oggetti saranno realizzati con le tecniche originali e potranno servire sia per rendere l’immagine completa di quello che solitamente è un reperto frammentario oppure mancante delle parti in materiale organico, ma soprattutto per restituire le sensazioni il manufatto offriva quando veniva usato: la percezione della superficie, il peso, l’ergonomia, l’ingombro.

A tale scopo verrà realizzato un apposito espositore per ogni sala dotato di un piano in legno dove collocare l’oggetto (stessa essenza e stessa quota del ripiano espositivo delle vetrine) e di un pannello retrostante per raccontare brevemente funzione e tecnica costruttiva; una piccola mensola inclinata ospiterà la didascalia in braille.

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