Il museo è un mondo in bianco e nero o a colori?
La scelta delle tinte non è mai un’operazione scontata e neppure facile. I colori non solo incidono sulla visibilità degli oggetti e degli spazi, ma mettono anche in moto reazioni emotive. I colori insomma parlano, e vanno scelti con consapevolezza.
Per parti metalliche delle vetrine, le componenti di arredo che sono in questo momento allo stadio più avanzato di realizzazione, ci si è indirizzati verso un grigio molto chiaro che si legasse senza troppi personalismi con la sabbiatura dei cristalli: protagonisti dovranno essere i reperti che si intravvederanno nello spazio sottostante dietro la satinatura, e soprattutto gli oggetti esposti. In questo caso il dialogo sarà con il materiale del ripiano (in legno frassino, oppure rosso cupo per le raccolte storiche).
Più complessa la scelta del colore delle pareti, per le quali oggi siamo stati in museo insieme agli architetti Marianna e Aristide Manfredi che seguono la ristrutturazione architettonica dell’edificio. In foto la gamma delle tonalità da provare: ogni tinta è dedicata a spazi e funzioni precise e tiene conto del rapporto con i materiali esistenti (soffitto e serramenti in legno, pavimento).
Quali colori e quali spazi precisi? Giovedì prossimo ci sarà il sopralluogo sui campioni a parete, e allora scioglieremo gli ultimi dubbi e affineremo le tonalità.
PS Un consiglio per una gradevole e intrigante lettura sui colori? Michel Pastoureau è uno storico francese che ha dedicato molti studi alla storia del colore, tra i più gustosi Il piccolo libro dei colori, Ponte alle Grazie, Milano 2006