Dove ci si immagina che sia una sepoltura? Sotto i propri piedi…
Nella sala dedicata all’età del rame del futuro museo, il visitatore vedrà le sepolture “sotto i propri piedi”, un punto di vista simile a quello che ebbero le persone che deposero i defunti, o gli archeologi che le scavarono millenni dopo.Due ampie nicchie a terra, ottenute sfruttando il dislivello delle quote originali dei pavimenti delle abitazioni che componevano l’edificio prima del restauro (progetto seguito dallo studio dell’architetto Aristide Manfredi di Piadena), saranno la sede di due sepolture dell’Età del Rame (terzo millennio a.C.), di cui era stato conservato lo scheletro insieme alla terra in una cassa di legno. Qualche giorno fa è stato svolto un sopralluogo della ditta WWS per verificare le misure esatte delle nicchie.
Una delle due sepolture proviene da Calvatone (scavi anniCinquanta del Novecento) ed è attualmente esposta nel museo, la seconda da Fontanella Mantovana (scavi fine Ottocento) è conservata nei depositi del Museo Archeologico “Ala Ponzone” di Cremona. Per ambedue è stata progettata una vetrina in ferro e cristallo (resistente a un eventuale calpestio): purtroppo le casse con gli scheletri sono appena più alte della profondità del vano e perciò non sarà possibile avere il vetro a filo con il pavimento. La “cassa” in cristallo non sminuirà comunque l’effetto voluto.
Veramente bella l’idea di collocare le sepolture ad un livello inferiore a quello del pavimento, io personalmente non l’ho mai visto in nessun museo, quindi l’idea mi sembra nuova. Permette al visitatore di mettersi nei panni dell’archeologo che l’ha scavata, e questo dettaglio, non da poco, mi pare davvero un valore aggiunto. Complimenti!